Bologna, 18 novembre 2015
ORATORIO DI SAN FILIPPO NERI
via Manzoni, 15
Una storia di guerre, passioni, arte, poesia e musica
Ideazione, ricerca, testi originali e regia di
EMANUELA MARCANTE e DANIELE TONINI
DANIELE TONINI, voce recitante, canto, flauto
EMANUELA MARCANTE, voce recitante, canto, clavicembalo
Nell’ambito degli spettacoli della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
In occasione del Convegno internazionale
L’Italia e Francesco I / François Ier et l’Italie (Bologna, 18-20 novembre 2015)
Lo spettacolo riprende I suoni, l’arte, la poesia di Francesco I presentato nel 2013 per il festival Suona Francese con Alliance Française Bologna e Collezioni Comunali d’Arte.
Uno spettacolo di storie, poesie, canzoni, musiche e immagini diviso in quattro Ballate per raccontare di un re e del suo poeta, Francesco I di Valois e Clément Marot, e di un mondo diviso tra guerre e sofferenze religiose e sogni di pace, bellezza, cortesia, intelligenza. I racconti degli avvenimenti chiave della vita del re a quelli del suo affascinante e vibratile alter ego poetico si intrecciano alle storie della fantastica fabbrica di Fontainebleau con i suoi artisti bolognesi e alla musica di chanson cinquecentesche e di Maurice Ravel e Jean Françaix su testi di Marot e di Francesco I. E dialogano con una documentazione visiva scintillante che ci porta dall’età di Francesco alla Fontainebleau di inizi Novecento, tra guerre, arte, sensualità, gioia di vivere, maliconia, memoria.
Bologna, 1515/1516: Francesco I, tra le battaglie della sua campagna d’Italia e le trattative diplomatiche ebbe con sé come membro della cappella reale il musicista Claudin de Sermisy (1490/95-1562), autore delle più note chansons della prima parte del ‘500, e quasi certamente il poeta Clément Marot (1496/97-1544), l’autore più fertile del mondo delle chansons. Marot, protagonista delle vicende della corte e compagno del re, fin dal 1513 valet de chambre della sorella del re Margherita, futura regina di Navarra, autrice della raccolta di novelle Heptaméron, fu un uomo dalle vicende di vita complesse e appassionanti e fu il poeta, oltre che di Sermisy, di altri grandi musicisti come Janequin, Orlando di Lasso o Sweelinck. Fino a Maurice Ravel e Jean Françaix e ad altri autori francesi che sperimentano la sua poesia tra fine Ottocento e il Novecento, quando il cruciale connubio tra la poesia di Marot e il fiorire ermetico e metafisico della scuola di Lione con Maurice Scève (1501-1564), e quindi Louise Labé, si serra con il mondo simbolista, a cominciare dal dialogo a distanza tra la poesia di Scève e quella di Mallarmé. Ma il mondo poetico e musicale di Francesco si serra anche all’arte pittorica e all’architettura che legano Bologna alla Francia a partire dalla fabbrica di Fontainebleau, con il suo artista e architetto bolognese per eccellenza, Francesco Primaticcio, con Sebastiano Serlio e altri protagonisti. Una tensione poetica e rappresentativa che ci mostra intense vie di dialogo a distanza tra Cinquecento e Novecento, tra Francesco I, il suo mondo e la rilettura contemporanea, tra la cultura e l’arte che nasce o transita tra Bologna e la Francia, e che le unisce.