ANCORA, ANCORA!
Viaggio nella Francesca da Rimini
di Gabriele d’Annunzio e di Eleonora Duse

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Bologna, Teatro del Baraccano
sabato 22 gennaio 2022, ore 17
STAGIONE MUSICALE 2021|2022 FONDAZIONE ISTITUTO LISZT

Rimini, cortile della Biblioteca Gambalunga
mercoledì 18 agosto 2021, ore 21,30


Gradara, Teatro Comunale
martedì 31 agosto 2021, ore 21

Una produzione
Centro Internazionale di Studi Francesca da Rimini | IL RUGGIERO per Francesca 2021


Uno spettacolo di e con
Emanuela Marcante e Daniele Tonini
voci recitanti, canto, flauto, pianoforte


Testi da D’Annunzio e testi originali di Emanuela Marcante
Video e realizzazione di Daniele Tonini
Ricerca musicale e iconografica di Emanuela Marcante e Daniele Tonini
Musiche da Riccardo Zandonai, Maurice Ravel, Arrigo Boito, Guillaume Dufay, Benedetto Marcello, Francesco Paolo Tosti

ANCORA, ANCORA! è un percorso teatrale che intreccia la nascita e momenti intensi della Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio con il rapporto tormentato tra il suo autore ed Eleonora Duse. Sullo sfondo il mondo del teatro dell’epoca, il suo fascino, e la storia della prima messa in scena dell’opera nella Roma del 1901, spaccato storico, letterario, musicale, artistico dell’Italia e dell’Europa di inizio Novecento.

Un tentativo di rinnovamento teatrale, quello di D’Annunzio, che aveva sullo sfondo la presenza di Dante e del suo doppio femminile, doppio che lasciava le sembianze angelicate di Beatrice per prendere nuove forme nella passionale figura di Francesca. Abbandonando così gli stereotipi ottocenteschi di una Francesca pudica vergine virtuosa divulgati dal dramma di Silvio Pellico e dalla sua più famosa interprete Adelaide Ristori, D’annunzio vede nell’episodio dantesco l’occasione perfetta per tentare di rinnovare teatrale facendo aderire perfettamente la figura della donna nuova del nuovo secolo a quella della sua musa, Eleonora Duse. Nel rapporto tra i due protagonisti di questa storia si intrecciano passioni, desideri, sensualità e bisogni, eccessivi come le passioni, di denaro che portarono quasi alla bancarotta la Duse a causa delle continue richieste di D’annunzio per portare all’estremo la magnificenza dell’apparato scenico per un’opera teatrale che nella sua visione estetica, vero Gesamtkunstwerk, doveva abbattere le barriere che separavano la sensualità dell’arte da quella delal vita. Sullo sfondo di questa teatralità la Ravenna di Sant’Apollinare di Francesca e la Rimini malatestiana di Paolo col suo Tempio in quegli anni in cui Freud e Warburg cambiavano i paradigmi della psiche e della cultura. Un’opera che doveva essere sinestetica, nelle intenzioni del suo autore, grazie anche alle musiche e alla luminotecnica che doveva essere curata da Mariano Fortuny, inventore della “mirabolante” cupola Fortuny, nuovo dispositivo scenico rivoluzionario per scatenare cromatismi ed ammalianti effetti luminosi…

Uno spettacolo con musiche dalla Francesca da Rimini di Zandonai, dal Mefistofele di Boito e provenienti dal contemporaneo revival della musica antica d’inizio novecento e con altri riferimenti. Con un intenso apparato video che si muoverà tra Francesca ed Eleonora, tra il paesaggio, l’arte e il teatro legati a Francesca e una ricca ricostruzione di rimandi emozionali e psicologici legati alla figura della grande attrice nel suo inarrivabile talento e nelle sue devastanti passioni. E nel suo essere Francesca in quel debutto del 1901.

 

In principio era Dante, in principio era D’Annunzio, il poeta e la sua musa, Eleonora.
E tutto attorno era bellezza, paesaggio, parole d’arte e seduzione. Parole di vita.
E c’era una donna che poteva essere madre e sorella, a cui rivolgere strana sensualità e richieste,
continue, d’attenzione, dedizione, voracità d’affetto.
E di denaro, non poco.

Ma D’Annunzio voleva rinnovare il teatro, fare suo il teatro, come quella donna
estrema, nervosa, sensibile, fragile e fortissima. Forse innamorata.
Forse presa dal desiderio di avere ancora desiderio dell’arte. Una nuova vita…
Ancora, ancora… baciami teatro, stringimi arte, prendimi poesia…
Ancora, ancora… ebbrezza, emozione, malattia, vibratile potenza della scena.

E allora Francesca diventa Eleonora, Eleonora diventa Francesca…
dopo un calcolo forse? Dopo i primi insuccessi del nuovo teatro di D’Annunzio?
Ma questa era una nuova Francesca, nata nell’anno dell’Interpretazione dei Sogni di Freud.
Non pudica, non la vergine virtuosa di Pellico, era una donna nuova
nel nuovo tempo.

Dal testo dello spettacolo di Emanuela Marcante