DÜRER E L’OSSESSIONE DEL TUTTO
scene di vita e d’arte

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In occasione della mostra
ALBRECHT DÜRER

IL PRIVILEGIO DELL’INQUIETUDINE
Bagnacavallo, Museo Civico delle Cappuccine
21 novembre 2019, ore 21

DÜRER
E L’OSSESSIONE DEL TUTTO
scene di vita e d’arte

Uno spettacolo de Il Ruggiero, di e con EMANUELA MARCANTE e DANIELE TONINI 

Ideazione, regia, ricerca iconografica e apparato visivo, scelta delle musiche
a cura di Emanuela Marcante e Daniele Tonini

Testi dalle lettere e opere di Albrecht Dürer, da Albrecht Dürer di Henri Focillon, da La nave dei folli di Sebastian Brandt, da Le cronache di Norimberga di Hartmann Schedel, dallApocalisse di Giovanni, dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze

Narrazioni originali di Emanuela Marcante 

Musiche del Rinascimento tedesco e italiano, e di Richard Wagner e Karlheinz Stockhausen

DANIELE TONINI, voce recitante, canto, flauto
EMANUELA MARCANTE, voce recitante, pianoforte

Le idee che vengono in mente agli artisti sono innumerevoli e il loro animo è pieno di immagini che potrebbero realizzare. Perciò qualora fosse concesso di vivere molte centinaia di anni ad un uomo, che sapesse servirsi in maniera adatta di tale arte e fosse a ciò dotato dalla natura, egli, per il potere che Dio ha concesso agli uomini, potrebbe effondere ogni giorno molte nuove figure di uomini e di creature e fare ciò che non è mai stato visto prima né è mai stato pensato da altri. Perciò Iddio in questo e in altro concede un grande potere ai veri artisti… ma non proporti mai di potere o volere fare qualche cosa migliore di quanto Iddio ha concesso di produrre alla Natura da Lui creata. Perché il tuo potere è debole di fronte a una creatura di Dio…
Albrecht Dürer

L’essenza della natura non è forse l’uomo nel suo profondo?
Johann Wolfgang von Goethe

Albrecht Dürer, Sant’Eustachio

Ancora un dialogo intenso tra una mostra del Museo delle Cappuccine di Bagnacavallo e Il Ruggiero: dopo Max Kinger, i suoi sogni e la sua musica, eccoci approdare alla straordinaria ricchezza immaginifica di Albrecht Dürer, legandoci ad alcuni cicli grafici presentati nella mostra Albrecht Dürer, il privilegio dell’inquietudine. Racconteremo di Dürer quindi – anche attraverso un suo grande interprete come Henri Focillon, da cui abbiamo colto il titolo del nostro spettacolo, L’ossessione del tutto – e racconteremo delle storie che l’artista illustra, vivide, mobili, morali, ricche di figure e vita, ricche di intelligenza e inquietudine come le sue opere: dalle ballate satiriche de La nave dei Folli di Sebastian Brandt, uno dei più grandi successi editoriali del tempo dell’artista, alle storie della monumentale opera compilatoria di Hartmann Schedel, le Cronache di Norimberga; dal Sant’Eustachio della Legenda Aurea alle visioni finali dell’Apocalisse di Giovanni.

La musica di autori rinascimentali come Ludwig Senfl (artista dalla vita scorsa quasi in parallelo con Dürer) si intreccerà al Wagner dei Maestri cantori di Norimberga, che con il suo protagonista Hans Sachs si lega quanto più alle istanze e alle inquietudini dei tempi di Dürer, e alla musica contemporanea di Karlheinz Stockhausen, al suo Tierkreis (Zodiaco) che rimanda al mondo speculativo e magico del Rinascimento. Grandi compositori tedeschi per un grande artista tedesco, le cui opere ritorneranno potenti nei video che accompagneranno lo spettacolo. Per chiudersi con l’avvento della Madonna di Bagnacavallo, della sua grazia, dei suoi colori.

Dürer ha una vasta curiosità di osservatore, guarda la vita con l’attenzione analitica più accanita, e, nello stesso tempo, rifiuta di vederla accidentale, senza nessi. Essa non è soltanto compatta, tutta raccolta in sé, ma è organismo, disegna delle combinazione la cui chiave può e deve essere cercata. L’osservatore è aiutato da una straordinaria acutezza visiva che assimila il lontano e il vicino e li giustappone: da una curiosità che si interessa a tutti i viventi della terra, alle piante, alle conchiglie, ai rettili, alle bestie rare, a quel massiccio alpestre che è il rinoceronte, ai cavalli di cui ha lasciato interpretazioni tanto vigorose e forti, all’uomo infine e alla donna di cui apprese dagli italiani ad amare le membra nude, ricche di rilievi, percorse da trasalimenti muscolari e potentemente stabili.
Henri Focillon
da Albrecht Dürer

Albrecht Dürer, Melencolia I

Dürer come Leonardo era animato da uno spirito da ricercatore universale, era un uomo continuamente ansioso di produrre cose nuove, incline a rinnovarsi e a contraddirsi. Aveva, come diceva Carl Gustav Carus, “un anelito incessante verso una perfezione irraggiungibile e un’acuta coscienza di problemi insolubili” (cfr. Panofsky 2006, p. 22). Problemi insolubili, infatti presto l’ansia irrequieta della sua ricerca si trasformerà in inquietudine, in amaro sentore della fragilità umana e dei limiti dell’intelletto. Immagine emblematica di questo stato di incertezza su come procedere sulla stretta via che, tra precetti teorici e ispirazioni tratte dalla vita, porta al segreto della bellezza, è quel capolavoro universale che è Melancolia I, non a caso eletta a punto focale di questa mostra.
Diego Galizzi
dal catalogo della mostra Albrecht Dürer, Il privilegio dell’inquietudine

Norimberga, da Le cronache di Norimberga
collegamento con la versione digitale della Herzogin Anna Amalia Biblioth
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