GOETHE ZENTRUM BOLOGNA
via de’ Marchi 4
VITE IN GIOCO
Tre film di legami e scelte nella storia delle due Germanie
Introduce Emanuela Marcante
Rassegna cinematografica settembre | novembre 2024
Film in lingua originale con sottotitoli in italiano
Ingresso libero.
Prenotazioni e informazioni: cultura@istitutodiculturagermanica.com – 051-7459292
Vite in gioco, tre film di legami e scelte, di vite travolte dalla storia. Quanto sia vivo nel cinema di questo nuovo secolo il segno della memoria della lacerazione tra le Germanie dell’Est e dell’Ovest (con i complessi snodi culturali e psicologici, non solo certo sociali ed economici) sarà narrato in maniera esemplare dai tre film della rassegna autunnale del Goethe Zentrum Bologna. Tre film di scelte, di tormenti, di ricerca di una propria identità che si immergono nel profondo del sentire umano e relazionale incastonato nella macchina implacabile della storia. Tre film che mettono al confronto esperienze umane forti e diverse col segno traumatico della divisione, della separazione interna di una nazione e di un popolo dalla stessa lingua e che si rapportano con le diverse storie di ricostruzione dal dopoguerra in poi fino a rinsaldarsi nel 1989, alla caduta del muro di Berlino, nei nuovi entusiasmi e crisi, aspettative e travagli della riunificazione. Iniziamo il nostro percorso mercoledì 25 settembre con Berlin is in Germany (2001) di Hannes Stöhr: lo straniamento del ritorno a Berlino e di una rinascita all’Ovest in una città riunificata investe l’ex carcerato Matin Schulz, “dimenticato” per anni in una ex prigione dell’Est. Il ritorno alla libertà si compie in una “sconosciuta” Germania riunita dove cercherà di ricreare un rapporto con la moglie (che ha ormai un altro compagno) e il figlio da cui il carcere li aveva separati ancora in una DDR che rimane ormai sullo sfondo quasi in una dimensione di sogno, ma che resta il motore del dramma del protagonista. La “riunificazione” di Martin con un mondo così cambiato non sarà semplice. Le sue “avventure”, costellate di incontri, guai, soluzioni inaspettate prendono per mano con empatia, dolcezza, umorismo… riuscirà Martin a “riunificarsi” con sé stesso? Il secondo film Die Architekten/Gli Architetti di Peter Kahane (1990), mercoledì 22 ottobre, porta con sé l’atmosfera irripetibile dei tempi e dei giorni che precedettero la caduta del muro. Prodotto della DEFA – il centro cinematografico della DDR – il film venne girato in gran parte a Berlino proprio a cavallo di quel momento, con una straordinaria sovrapposizione tra la realtà che si andava evolvendo e il racconto parallelo della crisi personale ed esistenziale del trentottenne architetto Daniel Brenner, coinvolto professionalmente – con un gruppo di colleghi da lui scelti – in un nuovo grande progetto “socialista” di un centro abitativo-commerciale a cui vorrà dare un taglio volto al futuro, scontrandosi con gli ultimi fuochi della burocrazia della DDR, con cui arriverà ad un compromesso, e pagandone le conseguenze. Un film di grande sensibilità e pathos che intreccia mirabilmente il “personale” e il “politico”. L’ultimo film della rassegna, mercoledì 20 novembre, è Barbara/La scelta di Barbara (2012) del celebrato regista Christian Petzold (l’autore di Transit come di Undine). L’opera porta nel titolo italiano la parola chiave del destino della protagonista, medico nella DDR degli anni Ottanta: scelta. Barbara sceglie di chiedere l’espatrio verso l’Ovest e viene arrestata. Viene quindi inviata da Berlino in un piccolo ospedale sul mar Baltico dove il controllo della Stasi non le impedirà di mantenere i rapporti con il compagno, già scappato dalla Germania Est e pronto a organizzare e sostenere la sua fuga. Ma il mondo del piccolo ospedale, la vicinanza con il duro centro di rieducazione giovanile di Torgau e l’intensa assistenza data alla giovane Stella, la collaborazione con il medico dell’ospedale André, dal passato immerso in un avvenimento tragico, metteranno in moto nuove scelte. E le permetteranno una diversa “riunificazione” con se stessa e con l’essenza del suo essere medico.
Emanuela Marcante