IRÈNE NÉMIROVSKY

Giovedì 8 maggio 2025, ore 17.30
Alliance Française Bologna
via de’ Marchi 4

Presentazione del libro

IRÈNE NÉMIROVSKY
La scrittrice che visse due volte

Ares 2025

di Cinzia Bigliosi

con l’autrice in dialogo con Ivan Cipressi e Emanuela Marcante

In collaborazione con la Libreria Trame e Il Ruggiero

Irène Némirovsky.

La scrittrice che visse due volte

di Cinzia Bigliosi (Ares, 2025)

Di Irène Némirovksy si sa davvero tutto? Nata a Kiev nel 1903, morta ad Auschwitz nel 1942, il successo nel 1929 con il romanzo David Golder, e il ritorno grazie al clamoroso manoscritto salvato di Suite francese pubblicato postumo nel 2004, tradotto in trenta lingue.

Il saggio di Cinzia Bigliosi, primo in Italia dedicato a vita e opere dell’autrice, restituisce al lettore tutti gli aspetti di un’esistenza non sempre estranea a discusse contraddizioni (come ad esempio la posizione nei confronti del mondo ebraico al quale apparteneva e che trovò un’identica risonanza decenni dopo nel destino di Philip Roth).

Scrittrice dell’esilio (francese per cultura, ebrea e russa per nascita), fu testimone spietata dell’ambiente in cui crebbe, “una caricatura di focolare domestico” abitato da loschi affaristi levantini, madri affette da bovarismo cieco e omicida, dolci balie con la propensione alla depressione, quando non al suicidio per acqua, e figlie non amate campionesse di egoismi e ingratitudine.

Nell’universo rétro della scrittrice, anche l’amore si rifugia nella scialba sicurezza coniugale, la “commedia borghese” dove gli uomini sono «adolescenti invecchiati, bambini dai capelli bianchi» e le donne «smettono di credersi destinate alla felicità», tutti guidati da capricciose “intermittenze del cuore”.

Nel saggio Irène Némirovsky incrocia il proprio destino con quello degli autori a lei contemporanei, come Colette e Simenon, così come con Georges du Maurier, nonno di Daphne, e Sigmund Freud.

I temi che ricorrono costanti nell’opera di Irène Némirovsky (la negazione delle proprie origini, l’amore e l’odio filiale, l’ereditarietà, l’atavismo, l’affarismo sporco di padri distratti, il terrore dell’invecchiamento e del tempo che passa in particolare per le donne, l’origine inespugnabile, l’arrivismo patetico dove anche il sacrificio si trasforma in una condanna) sono domati da un costante marchio personale frutto dell’orgogliosa consapevolezza di una originalità del tutto unica.

CINZIA BIGLIOSI ha curato le edizioni delle seguenti opere di Irène Némirovsky: La nemica (astoria, 2013), Suite francese (Feltrinelli, 2014), la raccolta di inediti Re di un’ora (Ares, 2021) e Un pranzo a settembre (Terre di Mezzo, 2024); di Élisabeth Gille, figlia minore della scrittrice, Mirador. Irène Némirovsky, mia madre (Fazi, Roma 2011) e Un paesaggio di ceneri (Marsilio, 2014).

Che pesante, pensavano i parigini. L’aria di primavera. Una notte di guerra, l’allarme. Ma la notte se ne va, la guerra è lontana. Quelli che non dormivano, i malati accoccolati nei loro letti, le madri con i figli al fronte, le donne innamorate con gli occhi pesti per il pianto, sentivano il primo sibilo della sirena. Era ancora soltanto un respiro profondo simile al sospiro che esce da un petto oppresso. Trascorsi pochi istanti, il cielo intero si sarebbe riempito di clamori. Giungevano da lontano, dall’orizzonte estremo, senza fretta si sarebbe detto! Chi dormiva sognava il mare che spinge in avanti onde e ciottoli, la tempesta che a marzo scuote la foresta, una mandria di buoi che galoppano pesantemente facendo tremare il terreno con gli zoccoli, fino a quando il sogno si interrompeva e, socchiudendo appena gli occhi, l’uomo mormorava: “E’ l’allarme?”.

Da Irène Némirovsky, Suite francese, capitolo primo, Feltrinelli 2014. Traduzione di Cinzia Bigliosi.

 

 


 

 

 

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