RACCONTARE LISZT
DAVANTI A SANTA CECILIA
Museo di San Colombano – Collezione Tagliavini
Domenica 28 Settembre 2025, ore 17
Emanuela Marcante, Daniele Tonini, voci recitanti, canto, flauto, pianoforte
Musiche di Franz Liszt e Gioachino Rossini
Testi originali di Emanuela Marcante con rimandi a scritti di Liszt, Heine, Delacroix
Apparato visivo e video di Daniele Tonini
Uno spettacolo de IL RUGGIERO con un omaggio alla mostra Da Parigi a Bologna in viaggio con Liszt e Rossini – 2018/19, Biblioteca di San Giorgio in Poggiale e Museo di San Colombano
1838: Liszt è a Bologna per ben due volte tra ottobre e dicembre per incontrare Rossini e per organizzare, tramite lui, dei concerti di presentazione della sua arte per la buona società bolognese. Liszt si muove per le strade e i palazzi, Liszt incontra l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello (ritornata a Bologna nel 1815 grazie a Canova dopo la “deportazione” napoleonica a Parigi) ma anche la Madonna e il Figlio morto della Pietà dei Mendicanti di Guido Reni…
La cultura del musicista ungherese è composita, la sua percezione artistica è viva, l’arte e la città gli sono intorno e Santa Cecilia diverrà un tema catalizzatore di un suo celebre scritto in cui il rapporto della musica con l’arte e della creatività con lo spirito si esaltano e si compongono nell’evocazione del quadro di Raffaello.
Il mondo di Liszt si muove tra spiritualità e sensualità, tra la sua anima ungherese, la cultura tedesca e la nuova – momentanea – patria francese. Fino al 1835 è a Parigi… fino alla fuga per amore con la compagna Marie, la contessa d’Agoult, nobildonna sposata e futura madre dei suoi figli. Lo inseguono a Bologna – che vive della pace apparente post moti rivoluzionari del 1831 – le suggestioni culturali e politiche di una Europa in continua rivoluzione e di quella Parigi che ha visto nel 1829 l’ultima opera di Rossini, il Guglielmo Tell. E dalla Parigi dei “rivali” in arte Delacroix e Ingres (che lo accoglierà quindi a Roma e – da buon violinista – suonerà con lui) porta con sé anche l’ansia di confrontarsi con Cecilia, con quel Raffaello rapito in Francia che sarebbe dovuto diventare per Napoleone la fonte dell’ispirazione diretta degli artisti francesi. Il profondo dialogo di Liszt con l’arte, con Ingres, Delacroix, gli artisti tedeschi oltre che la grande scuola italiana non lo abbandonerà mai.
Racconti e immagini sono intrecciati nello spettacolo a musiche di Rossini e Liszt per canto, flauto, pianoforte, tra la forza vitale e l’ironia dei brani rossiniani e la poesia di turbamenti dei Sonetti del Petrarca di Liszt.