INSEGUIRE DAFNE

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Sagra Musicale Malatestiana 2018
Rimini, Castel Sismondo
31 agosto 2018, ore 21,30

INSEGUIRE DAFNE

Storie di tre bibliotecari, di un poeta antico e del libro delle Metamorfosi

Narrazioni originali di Emanuela Marcante 

Ideazione, regia, ricerca iconografica e apparato visivo, scelta delle musiche
a cura di Emanuela Marcante e Daniele Tonini

Testi da Ovidio, Metamorfosi
Traduzioni di Carlo Tonini (1859) e Emanuela Marcante
Musiche di Rebel, Monteverdi, Cavalli, HaendelGiovanni Bononcini, Ariosti

DANIELE TONINI, voce recitante, canto, flauto
EMANUELA MARCANTE, voce recitante, clavicembalo

Publio Ovidio Nasone, Metamorhoseon Libri XV, Rimini, Biblioteca Gambalunghiana, ms. ultimo quarto sec. XIV

Nella biblioteca Gambalunghiana di Rimini esiste un manoscritto rilegato in marocchino rosso, una legatura del XVII secolo. Impresse in oro le imprese dei Gambalunga. Sono le Metamorfosi di Ovidio. La decorazione è minuta e delicata, ed è veneziana, come veneziana è la famiglia che aveva commissionato il libro tra l 1470 e il 1480: i Badoer, altresì Badoaro. Le Metamorfosi di Rimini nascono dunque a Venezia quando Sigismondo Malatesta era appena morto, per una famiglia dalle cui propaggini seicentesche nascerà l’accademico incongnito Giacomo Badoaro, il librettistia de Il Ritorno di Ulisse in Patria di Claudio Monteverdi.

Alessandro Gambalunga (dopo 1564-1619) è il nostro primo bibliotecario, il fondatore della meravigliosa biblioteca aperta al pubblico, piena di tanti libri comprati spesso a Venezia e portati a Rimini via mare. Una biblioteca che prosegue e prospera con biliotecari e studiosi. E le Metamorfosi trovano la collocazione tra meraviglie di carta e d’arte, E incontra altri bibliotecari e studiosi e fondatori di musei come Luigi Tonini, che cita il libro come giunto in Gambalunga al tempo del bibliotecario Drudi tra il 1797 e il 1818. E incontra quindi il figlio di Luigi, Carlo, ancora un bibliotecario della Gambalunga, che traduce in metro parte delle Metamorfosi.

E così, l’arte, la poesia, lo studio, la traduzione (che è anch’essa metamorfosi), la membrana che diventa pagina e il legno che diventa carta, il pigmento che diventa scrittura si ritrovano – attorno ad una libro e alle sue storie, a cui già Ovidio aveva dato nuova vita – in una biblioteca dove i labirinti di carta sembrano essere come nelle Metamorfosi, storie nelle storie, storie che creano altre storie. E le Metamorfosi sono storie di dei e di ninfe e pastori dell’umanità dolente, fuggente e fuggevole, sono passioni e destino a cui non potersi sottrarre (ci penserà Max Klinger a trovare scampo a qualcuno nei suoi Salvataggi di vittime ovidiane, 1878-1882).

Eadweard Muybridge, Animal Locomotion, Woman Dancing, 1887, tavola 187

E nello spettacolo de Il Ruggiero le vittime delle passioni degli dei – nelle storie d’arte e di musica, di teatro, di struggimenti, passioni, uccisioni cruente e cambiamenti di stato che sottraggono al destino – sono Dafne, Galatea, Io, Siringa, Proserpina. E gli inseguitori preda della passione sono Apollo, Polifemo, Giove, Plutone.

Ma anche i bibliotecari innamorati sono degli inseguitori: dei libri e della vita, della fantasia e della sapienza che dai libri prorompe. La vita che con metamorfosi diventa libro. Il legno, la corteccia, le foglie, che con metamorfosi diventano carta: Dafne, la ninfa divenuta libro. E lo stormire del vento tra le sue fronde d’alloro diventa fama del poeta e diventa musica. La musica in questo spettacolo muove le fibre dei personaggio di Ovidio e segue la narrazione delle storie dei tre bibliotecari – di Alessandro Gambalunga e di Luigi e Carlo Tonini – con le note di Monteverdi, Marco da Gagliano, Cavalli, Bononcini, Haendel, Ariosti legate alle Metamorfosi e con nuove elaborazioni musicali. Nuove visioni creative e l’arte legata alle Metamorfosi dialogheranno in video con le immagini dei libri e dei bibliotecari, con le pagine aperte dei volumi, con i manoscritti delle traduzioni, con i loro volti, con la storia di Rimini che hanno scritto assieme alla loro biblioteca.