IL PATRIMONIO DI UN PAESAGGIO, POESIA E MUSICA
Tre essenziali dialoghi poetici con Pasolini tra borgate, pastori, città ed industrie

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Tivoli, Teatro del Tempio di Ercole Vincitore
Venerdì 10 giugno 2022, ore 19,30 10 giugno 2022, ore 19,30 

Il Ruggiero per AIPAI (Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale) in occasione dei 2° Stati Generali del Patrimonio Industriale

IL PATRIMONIO DI UN PAESAGGIO, POESIA E MUSICA

Tre essenziali dialoghi poetici con Pasolini tra borgate, pastori, città ed industrie:

1958/1962 Mamma Roma; 1959/1968 (Milano) La Nebbiosa; 1974/1975 La forma della città

Testi di Pier Paolo Pasolini
Testi originali di Emanuela Marcante
con Emanuela Marcante e Daniele Tonini
, voci recitanti

e con Giuseppe Moffa, zampogna
Eros Antonelli, Tenore

Musiche di Giuseppe Moffa: Studio n. 1; Omaggio a Dave; Zam Tango
Giovanni Paisiello, Già il sol tramonta, da Nina pazza per amore

Tre momenti per seguire l’osservazione critica e militante e la voce poetica di Pier Paolo Pasolini, partendo dagli intensi articoli di denuncia sui tuguri delle borgate romane apparsi su Vie Nuove nel 1958 fino alla modernità che incombe, e alla sua promessa mancata di redenzione, del film Mamma Roma del 1962. Al “suono” delle borgate, della “persistenza dell’arcaico” dei pastori e quindi del nuovo mondo promesso delle case INA e – parafrasando la poesia de Le Ceneri di Gramsci – a qualche colpo sopito di incudine dalle officine del Testaccio succede il suono della modernità della Milano industriale che diventa sfondo critico alle storie immaginate di giovani teddy boys nella sceneggiatura del 1959 de La Nebbiosa e di testimonianze di vite vere “emancipate” nelle interviste “milanesi” di Comizi d’Amore del 1962, suggellandosi quindi nel simbolismo cinematografico pasoliniano di Teorema del 1968.
Al centro del terzo dialogo abbiamo quindi il pensiero critico e vibrante di umanità (e di estetica che si concretizza in un messaggio etico e comunitario di “conservatore di paesaggio”) dell’ultimo Pasolini nello straordinario documentario/narrazione La forma della Città del 1974 in contrappunto al pensiero raccolto negli Scritti Corsari che culmina – in un articolo ai suoi tempi inedito – nella sua militante ed etica contrapposizione tra i concetti di Sviluppo e Progresso.

La musica, intesa nel senso più ampio, è metafora compiuta della misura con cui spazio e tempo possono essere duttilmente ordinati. Nel Santuario di Ercole, che nasce come luogo di incontro e di culto per i pastori lungo le vie della transumanza, il suono arcaico della zampogna può aggiungere una dimensione alla percezione dello spazio, contribuire a investigare le ragioni antropologiche della sua forma prima e interiore. Penetrante e lontano, allusivo e materico, il musicare di Moffa si presta alla declinazione di tematiche consuete e insieme inafferrabili, come quelle che in ogni epoca caratterizzano la contemporaneità. Nell’omaggio a Paisiello, che scrive Nina pazza per amore per l’inaugurazione della seteria di San Leucio a Caserta, la voce e la zampogna danzano immobili sullo sfondo del mito, umanissimo, del pastore di fronte alla natura.