Sagra Musicale Malatestiana 2017
Celebrazioni Malatestiane 2017-2018
Rimini, Biblioteca Gambalunga, Sale Antiche
22 agosto 2017, ore 21,30
Los Angeles
UCLA – Getty Center
26 gennaio 2018
Anteprima: Le torri dell’acqua, Budrio
19 agosto 2017, ore 21
Narrazioni originali di Emanuela Marcante
Ideazione, regia, ricerca iconografica e apparato visivo, scelta delle musiche
a cura di Emanuela Marcante e Daniele Tonini
Testi da Cicerone, Porfirio, Pletone, Leon Battista Alberti, Basini
Musiche di Guillaume Dufay, da codici quattrocenteschi e di Karlheinz Stockhausen
DANIELE TONINI, voce recitante, canto, flauto
EMANUELA MARCANTE, voce recitante, clavicembalo
Un racconto in dialoghi e poesia fatto di segni e di simboli, di architettura e musica, di storie potenti di un signore e di una città che vede crescere nel suo alveo un esempio di architettura splendido e incompiuto: un monumento al suo signore e alla civiltà del tempo che unisce vie religiose intense e rapinose correnti filosofiche in un dialogo serrato e complesso nel nome del potere ma anche della sapienza e della misericordia, e in nome dell’arte.
Momenti dallo spettacolo, Biblioteca Gambalunga, Rimini – Intervista a Radio Tre Suite
Scarica l’articolo Il sogno di Sigismondo: la musica dei pianeti, l’anima e la politica dal catalogo della Sagra Malatestiana 2017
Link con l’articolo La musica dei pianeti apparso sulla rivista on line dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali dell’Emilia Romagna, La Rivista IBC, “IBC” XXV, 2017, 3
Attorno a Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, ecco l’amato poeta Basinio con i suoi Astronomicon Libri, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca e Cicerone, Igino, Porfirio, e Gemisto Pletone, il filosofo platonico del tempo del Malatesta le cui ossa furono poste dal signore in una arcata del Tempio. Ed ecco Virtù, Muse, Santi, Profeti e Sibille e le figure astrali della Cappella dei Pianeti. La Musica dei Pianeti presiede quanto più altamente alle volute del pensiero, del disegno e del dialogo umanistico tra antichità e cristianesimo del Tempio Malatestiano, facendone un potente luogo d’incontro dove oggi possiamo continuare a riscoprire il tessuto intellettuale che muove il percorso umanistico.
I pianeti e la loro musica, l’anima e il sogno, che sono nella mente di Sigismondo condottiero/filosofo (che non per caso si fa chiamare Scipione, come lo Scipione del Sogno ciceroniano che guida l’ispirazione dello spettacolo come viaggio dell’anima, nei suoi riferimenti platonici presenti nel pensiero della corte malatestiana) condurranno quindi la narrazione e la visione del cuore simbolico del Tempio Malatestiano, mentre l’opera stessa di Leon Battista Alberti per l’involucro esterno aprirà senso storico ai ritmi visivi e alle vie simboliche e ci suggerirà quindi la musica architettonica che l’architetto non manca di trattare a lungo nei suoi scritti, di usare come metafora per il ritmo del suo progetto. E quindi, tra il Cosmo e l’Architetto, il Signore Sigismondo Pandolfo e la sua storia.
E l’artista aveva creato una nuova immagine,
un uomo, forse ubriaco, come ubriaca
è l’anima, per Platone, appena entrata nel corpo,
che vaga remando, su flutti che sembrano ostili,
con bestie nocive tra le onde, con isole lontane,
con palme ed elefanti,
Il condottiero è l’elefante, il condottiero
sa come guidare una barca tra le onde.
Ma se il condottiero fosse invece quell’anima ubriaca,
che vaga scomposta, portata dal vento,
che rema senza meta apparente,
che può solo restare
dolorosamente in equilibrio,
e sperare che i mostri degli abissi,
che gli incerti del cielo non ne facciano preda?