STEFAN ZWEIG E LA MEMORIA DEL MONDO DI IERI
Letteratura, lettere, musiche dalla Vienna ebraica al dramma dell’esilio

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Giorno della memoria 2024

 

Domenica 28 gennaio 2024 ore 16 e ore 18
Museo Ebraico di Bologna
via Valdonica 1/5

STEFAN ZWEIG E LA MEMORIA DEL MONDO DI IERI

Letteratura, lettere, musiche
dalla Vienna ebraica al dramma dell’esilio

Uno spettacolo de Il Ruggiero

Brani da opere e lettere di Stefan Zweig.

Narrazioni di Emanuela Marcante
Apparato visivo di Daniele Tonini
Musiche di Maurice Ravel, Gustav Mahler, Johannes Brahms, Erich Korngold, Arnold Schönberg, Richard Strauss

Emanuela Marcante, voce recitante, pianoforte
Daniele Tonini, voce recitante, canto.

Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo è l’estrema opera autobiografica con cui Stefan Zweig si congeda da un mondo che non riconosce più, in cui non vuole riconoscersi. Una civiltà come quella europea in cui l’ebraismo è stato il lievito intellettuale che ha prodotto menti geniali, artisti, scienziati e tanta gente comune operosa e creativa viene man mano ridotta in macerie… di questo il grande scrittore sente profondamente l’ineluttabilità, il non ritorno. La sua esperienza di vita si concluderà in quel fatidico febbraio del 1942 a Petropolis, in Brasile, quando si toglierà la vita assieme alla giovane moglie. Scriverà nel biglietto di commiato “Saluto tutti i miei amici! Che dopo questa lunga notte possano vedere l’alba! Io che sono troppo impaziente, li precedo”.

Il viennese Zweig ci consegnerà ne Il mondo di ieri una testimonianza toccante e lucida del senso di appartenenza ad una Europa che era anche profondamente ebraica, essendo anche profondamente legato alla “patria” austro-ungarica in cui molti ebrei si erano sentiti, dopo l’inizio del processo di emancipazione di fine Settecento, sempre più protetti e cittadini riconosciuti. Una patria per cui molti ebrei avrebbero dato la vita durante la Prima guerra mondiale, come avverrà dalla parte del fronte italiano.

L’ebraismo del laico Zweig – nato in una benestante famiglia ebraica in parte assimilata –, messo in luce anche ultimamente dalla pubblicazione italiana delle sue lettere di argomento ebraico,  si rivela  un legame profondo e costante con un popolo di cui sentirà profondamente l’unità nel momento in cui – travolti dalla persecuzione nazista – tutti, dal ricco e sofisticato letterato viennese al piccolo mercante della Galizia ai più poveri abitanti di uno Shtetl si troveranno a condividere un – fino a poco tempo prima – inimmaginabile destino.

Il percorso della narrazione, che si concluderà nell’esilio americano con la sua componente ebraica, si distenderà nel racconto della Vienna ebraica del “mondo di ieri” di Zweig (nato nel 1881), nella sua ricchezza di stimoli e di dibattiti ebraici che toccano personaggi come Schnitzler, Kafka, Freud, Herzl e giornali e riviste e nella sua musica di autori di origine ebraica come Mahler, Korngold, Schoenberg ma anche con una evocazione di Brahms, che tanti amici ebrei ebbe da cui fu supportato e amato, di cui Zweig ricordò per sempre il tocco sulla spalla da bambino. Un patrimonio di memoria e di genio artistico che Zweig, grande amante di musica e collezionista di autografi e cimeli musicali, fa proprio nella sua scrittura di straordinario successo che ripercorreremo a partire dalle novelle con protagonisti ebraici come la pièce teatrale Jeremias e fino ai suoi ultimi lavori come il racconto a chiave La novella degli scacchi e il capitale saggio dedicato ad Erasmus.
Mostrare al mondo la memoria di una civiltà e di un patrimonio intellettuale che l’ebraismo ha dato all’umanità: era questo che Zweig assieme ad Einstein, avrebbe voluto – durante il suo periodo di esilio negli Stati Uniti, prima del Brasile – contrapporre, con uno speciale progetto di divulgazione, alla violenza disumanizzante e mortale della diffamazione e dell’annientamento del nazismo.

Vi ricordiamo – se vorrete ripercorrere una parte importante del lavoro di Zweig nel suo rapporto intenso con Freud – il nostro video (che trovate qui ) sullo scrittore nell’ambito del progetto Freud e i suoi scrittori: Zweig, Schnitzler, Svevo, Kafka.