GENTE DI WEIMAR: STORIE E DESTINI

GOETHE ZENTRUM BOLOGNA
via de’ Marchi 4

GENTE DI WEIMAR
Storie e destini

Una rassegna curata e introdotta da Emanuela Marcante

Rassegna cinematografica settembre | novembre 2022

Film in lingua originale con sottotitoli in italiano

Ingresso libero.
Prenotazioni e informazioni: cultura@istitutodiculturagermanica.com – 051-7459292

9 ottobre 2022, ore 17,30
Meschen am Sonntag | Gente di domenica
R. Siodmak, E.G. Ulmer, B. Wilder, 1930


Considerato una delle opere più importanti della tarda epoca del muto, nonché uno dei più famosi rappresentanti della "Nuova oggettività", il film Menschen am Sonntag racconta le esperienze di un gruppo di cinque giovani berlinesi avvenute durante un fine settimana a Wannsee.
27 ottobre 2022, ore 20,30
Die Büchse der pandora | Il vaso di Pandora
G.W. Pabst, 1929


Liberamente tratto da Erdgeist (1898) e da Il vaso di Pandora (1904) di Franz Wedekind, il film Die Büchse der Pandora vede come protagonisti il Dottor Schön, editore di giornali, e Lulu, una fioraia. A seguito di varie vicissitudini, i due decidono di sposarsi, ma già a partire dalla prima notte di nozze niente sarà più come prima.
10 novembre 2022, ore 20,30
Kuhle Wampe. Wem gehört die Welt? | Kuhle Wampe. A chi appartiene il mondo?
S. Dudow, 1932


Berlino, 1931. Bönicke e suo figlio sono disoccupati mentre Anni, la figlia, viene sfruttata in fabbrica. A seguito del suicidio del fratello, la famiglia è costretta a lasciare l'appartamento. Anni si trasferisce nella tendopoli Kühle Wampe fuori Berlino. Anni s ìi separa dal fidanzato Fritz, di cui è rimasta incinta: entrambi ancora non sanno che non sarà l'ultima volta che vedranno l'un l'altro. 

Storie e destini della gente di Weimar: uno scenario di figure e speranze, sentimenti e maschere, realtà, deformazioni e oggettività anzi Nuova Oggettività-Neue Sachlichkeit e nuova modernità e sofferenze sociali, normalità e propaganda, esasperazioni espressionistiche e nuovo ordine visivo, arte, fotografia, letteratura, teatro, musica e… cinema!
Cinema che descrive, cinema che racconta tra i momenti estremi dell’espressione del muto e del suo linguaggio e l’arrivo del sonoro.
Sullo scenario fantasmagorico del palcoscenico della repubblica di Weimar salgono le grandi dive come Louise Brooks con le storie d’amore e di morte e semplici uomini e donne (giovani uomini e donne) con i loro destini, i piccoli desideri di modernità e felicità e le grandi aspirazioni di solidarietà e rivoluzione.
Tutto si tiene e tutto dialoga cinematograficamente, tra il documentario/cinema realtà – spensierato, ma fine a un certo punto – Menschen am Sonntag | Gente di domenica di Siodmak e Ullmer, con la sceneggiatura di un giovane e scatenato Billy Wilder (allora Samuel Wilder). Sotto i nostri occhi ecco i suoi cinque giovani protagonisti presi dalla strada, ognuno con le proprie storie e desideri, tutti impegnati in una domenica al lago, il Nikolassee, nei sobborghi di Berlino.
La città con le strade, le attività, i negozi, le industrie, il consumismo e la pubblicità, le vetrine e la modernità inseguita e il rito condiviso di una domenica in costume da bagno: “gente di domenica” che ci coinvolge e ci perturba… il popolo di giovani, vecchi, bambini, volti e corpi di ogni forma, corpi che parlano e si fanno fotografare e quindi fonografi, canzoni e vestiti alla moda, capelli alla maschietta e maschi tirati a lucido.
Il cinema, la musica, il teatro… non c’è in questo film (come negli altri della rassegna) il futuro che cancellerà di lì a tre anni la realtà di quella fragile nazione, di quella domenica di una Berlino “elettrica” di modernità e martoriata dalla disoccupazione e dalla depressione economica che sembrano evaporare nel condiviso consumismo di una domenica d’estate.

Menschen am Sonntag | Gente di domenica con la sua ingannevole leggerezza si contrappone alla Berlino della disoccupazione e della nuova solidarietà di Kuhle Wampe, A chi appartiene il Mondo? Film scritto da Betolt Brecht, musicato da Hans Eisler, diretto da Slatan Dudow, censurato subito già dalla repubblica ancora socialdemocratica, cancellato dai nazisti.
Tra questi due film ci immergeremo nel desiderio e nella perdizione dei sensi (ma badiamo bene che anche i due film di cui abbiamo detto partono da una nuova libera sensualità e rapporto tra i sessi) che prende forma nella storia della Lulu (da Wedekind) di Die Büchse der Pandora | Il vaso di Pandora, con il suo dramma da feuilleton che si apre con la stupefacente ambientazione in interni berlinesi, con i loro arredamenti e simboli, e quindi nel teatro del varietà weimariano che ci travolge cinematograficamente in un memorabile capitolo del film.
Tutto questo è Weimar… e come si fa a “comprimere” Weimar in poche battute…?
Venite quindi a “vedere” Weimar, Berlino e i visi, le storie e i destini di berlinesi comuni e straordinari… prima del buio del destino della storia e nella luce abbagliante di tre film indimenticabili.

Billy Wilder su Menschen am Sonntag:

Esattamente, senza studio e senza soldi.” Ed è così che nasce il Filmstudio. Al tavolino di un caffè, nel giugno 1929. Per ora quello che abbiamo è una macchina da presa. Che cosa vogliamo farci? Abbiamo cento idee e altrettante proposte. Si parla di gag. Abbiamo l’impressione di essere in sintonia. E a un tratto la cosa prende forma: sarà un documentario molto semplice. Un film su Berilno, sulla sua gente, sulle cose di tutti i giorni che conosciamo tanto bene. Per prima cosa pensiamo agli interpreti. Giovani che devono essere autentici,…
Le cinque persone che abbiamo scelto si mettono in ferie. Il loro compenso è di dieci marchi al giorno, oltre al rimborso dei giorni di lavoro persi. Giorni che diventano mesi. Sull’acqua e per le strade. Ogni giorno c’è chi butta la spugna. ma gli insulti diventano entusiasmo quando vediamo i giornalieri…
L’11 dicembre il film è finito.

Louise Brooks su Il vaso di Pandora:

“Il dramma di Frank Wedekind Lo spirito della terra (del 1898, da cui, assieme a Il vaso di Pandora del 1904, il film è tratto, n.d.r.)  si apre con un prologo. Il Domatore esce da un tendone da circo, nella mano sinistra ha una frusta e nella destra una pistola carica. “Entrate”, dice al pubblico. “Entrate nel mio serraglio”.
Nel suo adattamento cinematografico della “tragedia dei mostri” di Wedekind, Pabst interpretò il Domatore. Fu una scelta molto giusta, la sua presenza impedì agli attori riuniti per interpretare le “bestie” di ricorrere a facili trucchi sentimentali. Con la sua pistola Pabst sparò dritto al cuore del pubblico”…

…Oltre all’audacia di filmare il problema wedekindiano dell’anormalità psichica – secondo le stesse parole di Wedekind “ questo destino fatale che è l’argomento della tragedia” -,  oltre all’audacia di mostrare la prostituta come vittima, Pabst si spinse fino all’estrema e imperdonabile immoralità di rendere la sua Lulu così “amabilmente innocente” come i fiori che adornavano i suoi costumi e riempivano le scene del film”.

Da Pabst e Lulu di Louise Brooks, 1965

 

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