UNA MADRE E UN FIGLIO DALLA MEMORIA EBRAICA ALLA LETTERATURA
MATHILDE E ELIAS CANETTI
Storie, musiche, immagini
MEB, Museo Ebraico di Bologna
Domenica 12 maggio 2019, ore 18
LA VASTITÀ DELLA PAROLA MAMMA
Uno spettacolo di e con EMANUELA MARCANTE e DANIELE TONINI
Nell’ambito degli eventi dedicati a ELIAS CANETTI (1905-1994), a venticinque anni dalla scomparsa
In occasione della mostra
Unforgettable childhood. L’infanzia indimenticabile
Ideazione, regia, ricerca iconografica e apparato visivo, scelta delle musiche a cura di Emanuela Marcante e Daniele Tonini (voci recitanti, canto, flauto, pianoforte)
Con la partecipazione di Antonello Lombardi
Testi da
La lingua salvata, Il frutto del fuoco, Massa e potere di Elias Canetti
Lettera a mia madre di Albert Cohen
Lettere di Marcel Proust
Le memorie di Georges Kien di Antonello Lombardi
Testi originali di Emanuela Marcante
Musiche della tradizione sefardita e ashkenazita e di Ferruccio Busoni, Gustav Mahler, Hanns Eisler, Erwin Schulhoff, Arnold Schönberg, Leonard Cohen
Una narrazione teatrale che illumina la presenza della figura materna nella vita ebraica intrecciandosi alla storia del forte legame di uno scrittore intenso e analitico come Elias Canetti con la memoria della madre, Mathilde Arditti, di famiglia ebraica di origine livornese. Un percorso che ci porta dai primi anni di vita dello scrittore, nato nel 1905, vissuti sulle sponde del Danubio nella città bulgara di Ruse alle successive residenze europee, da Manchester a Zurigo, da Vienna a Francoforte e a Parigi. Un’immersione nella “vastità della parola mamma”, che ci dà la visione di un mondo ebraico variegato e complesso, ricco di scenari culturali e artistici e di personaggi indimenticabili, che passa attraverso la figura di una madre, centrale nella formazione culturale del figlio, proprio a partire dalla scelta letteraria del tedesco come «lingua d’amore». Una storia che si intreccia nella “vastità” di altre madri e delle loro storie, dalla Bibbia ai giorni nostri.
Allora non sapevo ancora cosa è la “vastità”, eppure lo “intuivo”: il poter contenere in sé moltissime cose, anche tra loro contraddittorie, sapere che tutto ciò che sembra inconciliabile sussiste tuttavia in un suo ambito, e questo sentirlo senza perdersi nella paura, e anzi sapendo che bisogna chiamarlo col suo nome e meditarci sopra: ecco la cosa che proprio da mia madre hoimparato, ed è la vera gloria della natura umana
(Elias Canetti, da La lingua salvata)
In collaborazione con
Consolato della Repubblica di Bulgaria per la Regione Emilia Romagna
Goethe-Zentrum Bologna – Istituto di Cultura Germanica
Libreria Musicale Ut Orpheus